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Viaggio e Frontiere

La mobilità umana

Migrazioni: dalla preistoria alla guerra in Ucraina

La mobilità è una necessità umana, sin dalle sue origini: la ricerca di cibo, di habitat più favorevoli, la fuga dalle calamità naturali, dai conflitti, il desiderio di esplorare e abitare terre migliori sono fattori che hanno, da milioni di anni, spinto l’umanità a spostarsi.

Mappa interattiva: le migrazioni umane negli ultimi 200.000 anni

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Il desiderio e la necessità di un miglioramento delle condizioni di vita da un lato, la fuga da carestie, siccità, inondazioni, eruzioni vulcaniche e conflitti, dall’altro, costituiscono tuttora la spinta alla mobilità degli esseri umani. Il conflitto recentemente scoppiato in Ucraina è solo l’ultimo di una serie ininterrotta di violenze che coinvolgono in misura sempre maggiore i civili in tutto il Mondo. Dal conflitto in Siria a quello nello Yemen, dalle violenze nel nord della Nigeria alla Repubblica Democratica del Congo. Una risorsa utile per osservare i conflitti in un mondo globale è quella dell’Uppsala Conflict Data Program. È accessibile qui https://ucdp.uu.se/
Per seguire le situazione che questi conflitti, unitamente ad altre cause, generano nel Mondo, è utile consultare il sito di UNHCR, l’alto commissariato ONU per i rifugiati, qui https://data2.unhcr.org/en/situations

 

Differenti diritti alla mobilità

Nella situazione attuale la mobilità non è garantita a tutte le persone nello stesso modo. I passaporti determinano le reali possibilità di movimento fuori dai confini nazionali. Ad esclusione delle persone apolidi, ogni Paese può rilasciare un passaporto ai propri cittadini, per consentirgli di attraversare le frontiere ed entrare in altri Paesi. Alcuni accordi territoriali (per l’Europa è in vigore la Convenzione di Schengen) consentono il libero movimento attraverso diversi Paesi, generalmente tra Paesi vicini, ma la libertà di movimento in senso globale risulta estremamente differenziata: esistono passaporti molto “potenti”, grazie ai quali i possessori di quei passaporti possono accedere liberamente a numerosissimi Paesi; ed esistono passaporti “deboli” i cui possessori hanno un accesso a un numero ristretto di Paesi.
Per esempio: un cittadino italiano, con in tasca uno dei passaporti più potenti al Mondo, potrà accedere a più di cento Paesi senza presentare domanda di visto (il visto è un documento che consente l’ingresso in un Paese, a seguito delle verifiche e dell’approvazione delle autorità dello stesso). Un cittadino afgano, che possiede il passaporto più debole al Mondo, potrà visitare, senza chiedere il visto, solamente tre Paesi. Se a questa differenza di base aggiungono le diverse disponibilità economiche globali dovute in massima parte alle diseguaglianze globali, nonché lo stigma dell’appartenenza ad alcuni Paesi, le diseguaglianze nella libertà di movimento si amplificano ulteriormente: un possessore di passaporto italiano avrà sicuramente più possibilità di ottenere il visto per qualunque Paese in confronto a quante ne potrebbe avere un possessore di passaporto

 

Mobilità dei passaporti: consultazione della classifica su https://www.passportindex.org/

Migrazioni “irregolari”: i viaggi delle persone migranti.

È complesso definire le migrazioni e i viaggi che le persone compiono secondo un criterio strettamente giuridico, che talvolta può risultare fuorviante per comprendere le ragioni per cui tali viaggi si compiono. Si pensi, per esempio, le numerosissime persone che hanno lasciato e lasciano l’Ucraina a causa della guerra nel marzo 2022: chi possiede un passaporto ucraino è esentato dal visto per visitare i Paesi dell’UE, per un massimo di 90 giorni di permanenza. Chi invece si trova in Ucraina al momento della guerra, ma non possiede un passaporto ucraino (è il caso dei numerosi studenti di facoltà tecniche e mediche provenienti da Asia e Africa), nei primissimi giorni della fuga ha avuto una situazione incerta da affrontare al suo ingresso in UE, non beneficiando la maggior parte dei passaporti africani e asiatici, di un regime “visa-free” nell’Unione Europea. Le lunghissime code per l’ingresso in UE sono state ancora più lunghe per i possessori di passaporti non
ucraini. Di nuovo: di fronte alla stessa situazione, le velocità e le possibilità di movimento sono dettate dal passaporto che si possiede.

 

Diverse persone nel Mondo, a fronte delle ragioni delineate, decidono e/o sono costrette a lasciare il proprio Paese, pur in assenza di un passaporto sufficientemente “forte” e delle relative autorizzazioni che glielo consentano. Ne consegue che, a fronte di decisioni prese “a tavolino”, dai decisori politici nazionali ed internazionali, si lascia che alcune persone, provenienti da specifici Paesi, non abbiano altre possibilità di movimento che non siano “irregolari”.
Da queste decisioni e dalla conseguente conformazione “differenziale” della libertà di movimento nascono le migrazioni “irregolari”, i cui esiti possono essere talvolta letali e spessissimo traumatici per le persone che le intraprendono.
Le frontiere da attraversare sono diverse, di natura fisica e politica, naturali e artificiali. Spesso sono i luoghi più drammatici per le migrazioni, dove si contano la maggior parte delle perdite umane.
Come, infatti, è possibile vedere attraverso una mappa interattiva che raccoglie immagini, video e dati georeferenziati riguardo le frontiere e i viaggi delle persone migranti.
Tra tutte le frontiere attraversate dalle migrazioni nel Mondo, quella di gran lunga più mortale è quella del Mediterraneo Centrale, quella zona di mare Mediterraneo di cui l’isola di Lampedusa
rappresenta il centro ideale.
Dal 2014 (anno in cui iniziano le registrazioni sistematiche), sono più di 19.000 le persone morte e disperse nel Mediterraneo. Sono dati, quelli sulla mortalità delle frontiere, che purtroppo continuano ad aumentare e che possono essere consultati costantemente su https://missingmigrants.iom.int/ 

I muri tra confini e frontiere

La risposta al fenomeno delle migrazioni è sempre più quella di costruire sistemi difensivi: muri, che diventano sempre più numerosi. Dopo la caduta del muro di Berlino, la
costruzione di barriere è aumentata e se quel muro aveva lo scopo di impedire la fuga a chi abitava nel blocco orientale, i muri di oggi servono per impedire ad altri di entrare.
La costruzione di muri e recinzioni anti migranti in Europa è iniziata negli anni ’90 in Spagna a Ceuta (1993) e Melilla (1996) per bloccare gli arrivi dal Marocco.
Tuttavia è dal 2012 con la crisi siriana che il fenomeno esplode in Europa.

Comincia la Grecia

Comincia la Grecia con una barriera di fossati e doppio filo spinato lungo le rive del fiume Evros al confine con la Turchia per arginare la fuga dei siriani diretti in Europa. Poi è stata la volta della Bulgaria, sempre al confine con la Turchia per bloccare i profughi siriani. La rotta balcanica, percorsa dai profughi in fuga dai conflitti in Medio Oriente e Afghanistan è stata via via chiusa dal 2015: l’Ungheria ha prima bloccato quasi tutto il confine con la Croazia e successivamente il confine con la Serbia.
La Macedonia ha bloccato il confine con la Grecia, l’Austria quello con la Slovenia che a sua volta ha chiuso quello con la Croazia. A quel punto la rotta da oriente verso l’Europa si è spostata più a nord e così nel 2016 la Norvegia ha eretto una barriera lungo il confine con la Russia; lo stesso hanno fatto nel 2017 la Lituania e la Lettonia. Ancora la Grecia, nell’agosto 2021, per evitare l’ingresso delle persone in fuga dall’Afghanistan ha realizzato, rafforzato e prolungato una barriera di circa 40 km al confine con la Turchia. Lituania, Lettonia e Polonia hanno anche annunciato nuove barriere lungo il confine con la Bielorussia.
Tuttavia, la costruzione di muri non ha fermato le migrazioni, come dimostrano i dati IOM.

Per i dati OIM sulle migrazioni, qui una dashboard interattiva: https://www.migrationdataportal.org/data?i=stock_abs_&t=2020

Viaggio e frontiere

PROPOSTA DI ATTIVITÀ:

I passaporti degli altri.

Obiettivo: acquisire il concetto di libertà “differenziale di movimento
Tempo: 10 minuti

Materiale: un campione di immagini di passaporti del Mondo, ritagliati a uno a uno, (numero minimo: uno per partecipante)
Svolgimento: In classe, alla lavagna scriviamo i desiderata di viaggio dei partecipanti (può essere il viaggio di maturità, la gita di quarta, la vacanza, il soggiorno studio, ecc.). Successivamente,
distribuiamo causalmente i passaporti che abbiamo preparato. Lasciamo che ogni partecipante comprenda di che paese è il proprio passaporto. Con il sito web www.passportindex.org cerchiamo di capire se i partecipanti potranno andare nelle destinazioni desiderate scritte in precedenza alla lavagna, o se per farlo avranno bisogno di chiedere il visto. Riflettiamo insieme sulle emozioni che suscita avere un passaporto diverso da quello a cui si è abituati e sulle possibili soluzioni alle limitazioni di mobilità, a livello individuale e globale.

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